Il palazzo è uno di
quelli antichi, preziosi, nobili, uno tra i tanti che a Parma furono costruiti
durante gli anni, anzi i secoli.
Siamo a Palazzo
Pigorini, in pieno centro città e ci accingiamo a visitare (preferisco
immergerci) la mostra dedicata al Grande F.M.R. … e già le iniziali non possono
che essere inconfondibili.
Ad accoglierci, all’entrata,
alcuni busti rappresentanti Franco Maria Ricci al quale, la mostra che
visiteremo, è dedicata...
Primo Piano; salendo
le scale non possiamo evitare di ammirare il delizioso soffitto affrescato, uno
squarcio di storia nell’arte della nostra Italia, la bellezza nella sua
essenza, respirando il profumo del passato, intrecciato al presente.
Varchiamo lo soglia e subito foto, riproduzioni, immagini che ripercorrono la vita, gli incontri e le esperienze di Ricci, si moltiplicano ai nostri occhi: riviviamo nelle artistiche e variegate stampe, scene dalla Belle époque, affisse ai muri le elegantissime copertine della rivista omonima che per anni hanno impreziosito la vetrina allestita in una (allora) splendida Via Garibaldi.
Ma non solo l’antico,
il passato lontano racconta le opere e la creatività di Franco Maria Ricci:
Cassa di Risparmio di Parma, Scic cucine, Poste italiane…
eh già, i loghi così
futuristici e riconoscibili al primo batter d’occhio, portano sempre la sua
firma. Si tratta di simboli, o meglio icone, passati alla storia ( e tutt’ora
indelebili nella memoria dei meno giovincelli), un patrimonio di creatività, gusto,
abilità a cui pochi possono giungere.
Proseguiamo nel nostro percorso; è proprio al primo piano che, in una
saletta accogliente e intima, ci sediamo per rivivere immagini e pezzi di
storia del percorso artistico e della vita
di Ricci. In “primis” (sebbene
sia la sua opera terminale che racchiude il senso della sua esistenza ),
Il Labirinto da cui si snocciolano eventi, incontri, pensieri e azioni.
Mano a mano, scorrono sullo schermo personaggi del calibro di Jorge
Luis Borges, grande amico di Franco Maria Ricci ed ancora, Ulrico Hoepli il
rinomato editore svizzero naturalizzato italiano, che ci racconta e si racconta
con estrema abilità, competenza e curiosità ma sempre nel rispetto della vita privata di Ricci.
Immagini autentiche
che spaziano da Buenos Aires, alla Teatro Farnese, la biblioteca Palatina,
Fontanellato dove il Labirinto è stato costruito.
Anche questo
evidenzia quanto la lontananza sia del tutto irrilevante per Franco Maria
Ricci: nativo proprio di Fontanellato- il video lo descrive con estrema cura-
paese dagli antichi fasti, dall’animo nobile sebbene “ di campagna”, l’artista
non può dimenticare le sue origini ed è infatti qui che decide di perpetuare nella memoria il suo percorso
terreno, facendo erigere per l’appunto Il Labirinto della Masone.
Fu in particolare una passeggiata tra questa parte di terre “fontanellatesi” ( di proprietà della
famiglia Ricci) in compagnia del grande Borges, che l’artista decise di edificare questa opera d’arte
(perché in effetti questo è), lasciando a noi un patrimonio unico.
L’esposizione
prosegue, secondo piano e altre amenità da scoprire :ai nostri occhi ancora
immagini, riprodotti su cubi che ci rimandano agli anni ‘60 e ‘70 dove sono
immortalati attori, registi, artisti ed artiste, politici. Jaqueline Kennedy, François
Truffeau, Sandro Pertini…
Manifesti alle
pareti, testimonianze di vita , immagini del Labirinto in un lussureggiante
verdeggiare, al punto da farci percepire realmente sul posto, circondati dai bambù, in un’atmosfera
ovattata e misteriosa.
E, a questo punto,
lascio a Franco Maria Ricci le giuste parole per meglio comprendere questo
patrimonio, che ci ha gentilmente donato come lascito.
“ Ho sognato di essere un Giardino, un Museo, una Biblioteca,una Casa editrice, una Sala delle Feste e dei Balli, la Piazza di un Borgo con la sua Chiesa. Un grande Dedalo botanico…
Dal loro insieme è nato il luogo che io
chiamo
IL LABIRINTO”
Franco Maria Ricci
Se potete, non
mancate. La mostra resterà aperta fino al 30 gennaio.